[ RECENSIONE ] La bambina numero otto di Kim van Alkemade | BookMe

LA BAMBINA NUMERO OTTO di Kim van Alkemade
384 pagine | €8.99 ebook

New York. Anni Cinquanta. Per Rachel, infermiera dalla vita regolare e solitaria, il passato è un buco nero dal quale è riuscita a fuggire per miracolo. Quando però incontra Mildred Solomon, anziana paziente senza più speranza di guarigione, d'un tratto qualcosa ne suo subconscio si slaccia, i ricordi rimossi tornano a galla, prendono il sopravvento. Perchè Rachel e la Dottoressa Solomon, come la donna vuole essere chiamata, si sono già conosciute tanto tempo fa, quando Rachel non era ancora Rachel, ma solo una bambina numero otto, orfana di pochi anni affidata a un istituto nel Lower East Side di Manhattan. Ma chi è veramente la dottoressa Solomon? La madre surrogata che si prendeva cura degli sfortunati organi - unico raggio di luce nella tormentata esistenza della piccola Rachel - o una donna fredda e cinica, votata alle proprie ambizioni e pronta a tutto nel nome della scienza?
Quando ho deciso di leggere La bambina numero otto non mi aspettavo minimamente di finire travolta da un vortice di emozioni contrastanti, disarmanti e semplicemente incomprensibili. Il romanzo d'esordio di Kim van Alkemade è  ispirato a fatti realmente accaduti in grado di fondere perfettamente realtà e fantasia in un mix che si presenta al lettore come un pugno improvviso dritto allo bocca dello stomaco, dove il naturale contraccolpo è forse la parte più difficile da elaborare e sopportare.

Il libro si caratterizza per la presenza alternata di due distinti piani temporali che raccontano ed analizzano rispettivamente l'infanzia e la turbolente adolescenza di Rachel Rabinowitz insieme al suo complesso presente fatto di un lavoro che ama, di una vita privata che è costretta a tenere segreta, di domande a cui ancora non riesce a trovare risposta e di pensieri che occupano prepotentemente ogni attimo della sua apparente ordinaria vita. La storia della bambina numero otto inizia nel 1919 quando, a seguito di una drammatica tragedia familiare, Rachel e il fratello Sam vengono affidati ai servizi sociali che, non riuscendo a trovare una famiglia che possa prendere entrambi in affidamento, decidono per l'unica soluzione perseguibile ovvero la loro temporanea separazione. 

Allora, la piccola Rachel viene affidata ad un brefotrofio ebraico che segnerà la sua vita irrimediabilmente; quello che avrebbe dovuto rivelarsi come un luogo sicuro e di passaggio in attesa di riabbracciare l'amato fratello, si trasforma in un vero e proprio teatro di inumani e terribili esperimenti condotti su bambini assolutamente sani - considerati alla stregua di impotenti e silenziose cavie, contrassegnati da uno sterile numero progressivo - ma sacrificati alla scienza in ragione di un incerto ed imprevedibile progresso condotto da medici senza alcuno scrupolo morale ed etico.  La massiccia ed invadente esposizione ai raggi X condizioneranno irrimediabilmente la vita di Rachel che sarà sempre costretta a proteggersi contro le angherie dei suoi compagni e a fuggire dagli sguardi compassionevoli e pietosi del prossimo! Come protagonista inconsapevole di un sadico gioco del destino, molti anni più tardi - esattamente nell'anno 1954 in cui vengono ambientati i capitoli dedicati alla Rachel oramai adulta e professionista affermata - si troverà a dover affrontare i fantasmi di un passato che credeva oramai dimenticato e che, invece, il viso della dottoressa Mildred Solomon - nuova paziente dell'ospizio in cui lavora - insieme alla totale mancanza di quell'umano senso di colpa per  ciò che il suo egoistico desiderio di primeggiare le ha causato, porterà ogni taciuta emozione prepotentemente a galla.

Non sapevo nemmeno cosa fosse un brefotrofio quando ho iniziato a leggere questo romanzo. Nè tanto meno potevo immaginare i meschini esperimenti condotti su soggetti inermi, incoscienti e vulnerabili come sono i bambini di quell'età. Leggere La bambina numero otto è stata una presa di coscienza, un approcciarsi lento alla realtà ed un dolore profondo che è molto difficile trasformare in parole.

Attraverso un romanzo potente e complesso, ma che scorre fluido grazie allo stile linguistico diretto e ritmico della sua autrice vengono alzate a gran voce domande etiche che non sarei nemmeno in grado di formulare adeguatamente, figuriamoci nel trovare loro un'esaustiva risposta. Ma forse è proprio questo uno dei punti di forza di La bambina numero otto. Quell'umana curiosità e desiderio di conoscenza che lascia nel suo lettore fino alla sua ultima pagina. Un libro che scorre veloce tra le mani anche grazie alla precisione e alla scrupolosa attenzione riservata dalla scrittrice ad ogni più piccolo aspetto e ad ogni più silenziosa sfaccettatura della sua affascinante protagonista.

Rachel è una donna che ha sofferto per tutta la sua vita, ma che non si lascia abbattere, mai. Riesce a sopravvivere alla morte della madre e all'abbandono del padre; riesce a combattere contro ogni singola difficoltà che il destino pone lungo il suo controverso cammino. Ho amato questo romanzo in ogni sua parte. Nei numerosi riferimenti storici che permettono al lettore di avere un chiaro punto di riferimento nei continui salti temporali che lo caratterizzano. Nella forza e nella potenza che sprigiona, pagina dopo pagina, grazie a quel ritmo costante ed avvincente; attraverso uno stile ben riconoscibile e delineato che permette una lettura chiara e scorrevole, mai pesante o ripetitiva.

Ringrazio la casa editrice per la copia digitale del romanzo

4 commenti

  1. Devo iniziare a leggerlo e in tutta onestà ti dico che per questo motivo non ho letto per intero la tua recensione, non voglio farmi influenzare e non voglio conoscere i particolari della storia, ma la curiosità di sapere cosa ne pensavi era tanta...quindi sguardo veloce e rinnovata voglia di iniziarlo presto!

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    1. Sono comunque felice di leggere che cercavi la mia opinione.. una volta letto di accorgerai che comunque le parti più salienti del romanzo le ho ovviamente taciute, ma capisco benissimo la tua scelta. Solitamente non leggo mai in toto le recensioni prima di avventurarmi in una nuova lettura..

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  2. Ciao Cristina! Sono capitata qui per caso attraverso una serie di blog che seguiamo entrambe e mi sono imbattuta in questa bellissima recensione, tra l'altro di un libro che ho adocchiato da tempo! Che dire? Mi hai convinta ancora di più! Complimenti anche per il tuo blog davvero carino e accogliente. A presto, Anna ;)

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