[ RECENSIONE ] È così che si uccide di Mirko Zilahy | Longanesi

È COSÌ CHE SI UCCIDE di Mirko Zilahy
410 pagine | €16.40 cartaceo

La pioggia di fine estate è implacabile e lava via ogni traccia: ecco perché stavolta la scena del crimine è un enigma indecifrabile. Una sola cosa è chiara: chiunque abbia ucciso la donna, ancora non identificata, l'ha fatto con la cura meticolosa di un chirurgo, usando i propri affilati strumenti per mettere in scena una morte. Perché la morte è uno spettacolo. Lo sa bene, Enrico Mancini. Lui non è un commissario come gli altri. Lui sa nascondere perfettamente i suoi dolori, le sue fragilità. Si è specializzato a Quantico, lui, in crimini seriali. È un duro. Se non fosse per quella inconfessabile debolezza nel posare gli occhi sui poveri corpi vittime della cieca violenza altrui. È uno spettacolo a cui non riesce a riabituarsi. E quell'odore. L'odore dell'inferno, pensa ogni volta. Così, Mancini rifiuta il caso. Rifiuta l'idea stessa che a colpire sia un killer seriale. Anche se il suo istinto, dopo un solo omicidio, ne è certo. E l'istinto di Mancini non sbaglia: è con il secondo omicidio che la città piomba nell'incubo. Messo alle strette, il commissario è costretto ad accettare l'indagine... E accettare anche l'idea che forse non riuscirà a fermare l'omicida prima che il suo disegno si compia. Prima che il killer mostri a tutti - soprattutto a lui - che è così che si uccide.

Ancora adesso, mentre sto tentando di scrivere una recensione che rischia di esplodere come un fiume in piena, mi chiedo semplicemente perchè. Perchè ho atteso così a lungo per immergermi nella lettura di È così che si uccide? Lui dopotutto era lì, in paziente attesa, come solo i libri sanno fare e mi chiamava, eccome se lo faceva! Ed io imperterrita rimandavo, e rimandavo senza capirne la ragione, almeno fino a qualche settimana fa quando, tra notti insonni e pomeridiane pause di lettura, mi sono lasciata letteralmente trasportare in una Roma industriale, spezzata da un'inspiegabile scia di sangue, efferata e dolorosa, cruenta nei modi e incomprensibile nelle sue modalità.


La prima delle morti di dio è compiuta.
Ma la giustizia vincerà solo quando l’aratro traccerà l’ultimo solco.
Lei non mi conosce. Nessuno mi conosce. 

Non importa come mi chiamo.  Sono solo un’ombra.

Lì, mi sono imbattuta in personaggi intensi e ben calibrati, caratterizzati in modo preciso e mai banale, primo fra tutti, il commissario Enrico Mancini. Mi sono sentita immediatamente attratta da questo personaggio. Un uomo messo alla prova dalla vita e con un cuore che la malattia, senza preavviso alcuno, ha strappato esattamente a metà; un uomo che sopravvive al senso di colpa più cieco ed insopportabile e che, proprio nel momento in cui esprime la massima vulnerabilità, è chiamato ad affrontare i numerosi fantasmi del suo recente passato. Perchè Enrico Mancini è l'unico uomo in grado di dare un volto all'Ombra che sta spargendo sangue e dolore nelle vie silenziose della capitale senza un apparente motivo, l'unico che possa entrare nella mente del serial killer, legare le vittime secondo uno schema psicotico e maniacale e mettere la parola fine ad un'imminente e progressiva carneficina. 
La storia di È così che si uccide non lascia conti in sospeso o pause prive di contenuto. E' avvincente e credibile, costruita su un background mai scontato e sospinto da un ritmo costante in grado di giocare perfettamente con gli elementi imprescindibili del genere in questione. Si avverte chiaramente la tensione psicologica che si nutre letteralmente di ogni parola, di ogni emozione, di ogni dolore che scaturisce in modo naturale e spontaneo dalla penna magnetica di Mirko Zilahy. Una tensione che gioca un ruolo fondamentale e centrale in un romanzo chiamato a sconvolgere ed emozionare, senza risultare mai artificioso o discontinuo.

Troverete descrizioni incredibilmente realistiche, capaci di trasportarvi al centro esatto della scena madre, senza lasciarvi il tempo per elaborare quanto sta accadendo, senza la possibilità di evitare il colpo che alla fine arriva, dritto alla bocca dello stomaco, lasciandovi praticamente senza fiato. È curioso ed affascinante il talento di Zilahy nel rendere ogni emozione presente e tangibile, ogni dolore vivo ed insopportabile come se fossero nostri, reali e pulsanti sotto la nostra pelle. Un legame imprescindibile che si viene a creare tra lettore e storia in grado di trasformare la lettura di È così che si uccide carne viva tra le nostri mani, scrittura vissuta sotto i nostri occhi, colmi di stupore e meraviglia, di dolorosa incredulità e di una profonda empatia che mai ci saremmo aspettati.

10 commenti

  1. Conosco il libro solo per sentito dire, comunque, mi hai incuriosita. :)

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  2. Ok, questo libro mi ha davvero incuriosito. Sarà che tu sei bravissima a coinvolgere chi ti legge :-)

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  3. È un libro che mi suona nuovo e benché faccia fatica a leggere romanzi di questo stampo perché mi impressiono tantissimo, credo che lo terrò in considerazione, specie dopo questa recensione :)

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  4. Pur non essendo propriamente il mio genere, mi hai incuriosita!

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  5. Non è la prima volta che lo sento nominare... Sono davvero curiosa ora XD Sarà da aggiungere in wish list, sicuro!

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  6. L'ho detto anche io e non vedo l'ora di leggere il seguito! *-*

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  7. Questo libro mi intriga molto, spero di leggerlo al più presto =)!

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  8. E' un libro che non conoscevo e la tua recensione mi ha incuriosita moltissimo, me lo segno subito!

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  9. ahhhhh, non è possibile che debba aggiungere un altro libro in wishlist, ma mi hai conquistata con la tua recensione, me lo devo segnare :)

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  10. Nom ho mai letto nulla di questo autore, ma ho preso questo titolo in offerta!

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