[ RECENSIONE ] Il prigioniero della notte di Federico Inverni

IL PRIGIONIERO DEL CIELO di Federico Inverni
471 pagine | €16.90 cartaceo
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La mente è la vera scena del crimine. La mente è la vera arma del delitto. Lucas è un detective. Nella sua vita gli sono rimasti solo il nome e il lavoro. Il suo passato è una ferita sempre aperta da un evento sconvolgente ha segnato la sua vita e la sua mente. Come un automa attraversa i delitti su cui è chiamato a investigare, mettendo al servizio della giustizia il suo intuito straordinario, quasi visionario, e la sua sensibilità persino eccessiva. Fino a quando incappa in un caso diverso da tutti gli altri: una giovane donna trovata morta con il terrore negli occhi e nessun segno di violenza apparente. Lucas sa che il colpevole è un assassino seriale e ne ha conferma da Anna, psichiatra profiler, abituata a scandagliare il male in tutte le sue forme, da quando lei stessa, da ragazza, ha vissuto un’esperienza traumatizzante. Lucas e Anna annaspano in un labirinto di follia in cui i ricordi del loro passato, tenuti troppo a lungo sepolti, riemergono taglienti come vetri rotti in un’indagine che li coinvolge da vicino, lasciandoli devastati di fronte ad una verità impensabile.
Ci sono libri che lasciano una scia impercettibile. Altri che sanno prenderti nel modo più inspiegabile e diretto, fin dalle primissime pagine. Poi, ci sono quei libri che ti corteggiano lentamente, che ti prendono di testa e non ti lasciano andare; sono esattamente quei romanzi capaci di lasciare un profondo segno nel lettore, chiaro ed indelebile. Questo è Il Prigioniero della Notte!

 Il male, soprattutto quello che facciamo a noi stessi e a chi ci sta vicino, 
ha una sorprendente capacità di nascondersi. Il male sa rintanarsi, sa rimanere in agguato. 
E sa convincerci di non essere mai stato lì dove l’avevamo visto.

Lucas è prigioniero del suo passato e di una mente che si muove vorticosamente, non permettendo alcuna tregua. E' un uomo freddo, razione ed apparentemente privo di emozioni nella vita come nel suo lavoro da detective. Lavoro che porta avanti con esasperato distacco, rifiutando categoricamente ogni parvenza di contatto umano e guidato da una costante logica che lo rende, inevitabilmente, il migliore uomo sul campo! Un detective pragmatico e scostante, dotato di un fiuto investigativo ben oltre l'ordinario e con capacità professionali tali da renderlo l'uomo perfetto per risolvere quelli che vengono denominati come cold case
Quattro donne vengono uccise nel breve arco di due mesiIl Killer sembra seguire una logica dettagliata e ripetitiva sia per quanto riguarda l'originale firma lasciata sul corpo delle sue vittime - un bocciolo di tulipano adagiato sulla bocca semiaperta - che sulla tempistica quasi maniacale. Ed è proprio quando questo circolo vizioso sembra essersi improvvisamente inceppato - e la polizia sembra oramai ancorata ad un binario morto - che Anna, la profiler responsabile del caso, chiede insistentemente l'intervento di Lucas per ottenere un punto di vista alternativo, estraneo e privo di condizionamenti. 

 La vita non è fatta soltanto delle scelte che facciamo. 
E' fatta anche dalle scelte che altri fanno a nostre spese, e non c'è niente che si possa fare in proposito.
Ma non è un alibi, ricorda. Non è una scusa. E non devi avere paura..

Anna è prigioniera di un passato che non riesce a dominare! Un evento terribile e dolorosa ha irrimediabilmente condizionato la sua vita come donna e le sue scelte professionali che, senza dubbio, ne risentono ancora oggi. Un passato che torna a bussare, testardo ed impertinente, all'alba di una doppia indagine che appare ben presto legata da un filo invisibile ed inafferrabile. Lei, sopravvissuta ad un angosciante rapimento, si getta a capofitto in una straziante realtà in grado di riaprire vecchie ferite sopite e lontane cicatrici che sperava fossero oramai silenti alle sue spalle. 

Anna e Lucas si rivelano due personaggi affascinanti e legati da un destino beffardo che continua a giocare imperterrito una vecchia partita lasciata in sospeso. Sono due lottatori, due vittime che in modi praticamente opposti sono, in parte, riusciti a costruirsi una parvenza di normalità in quella stessa vita che li ha messi profondamente alla prova. Ne sono rimasta immediatamente affascinata. Anche se, forse, a ben pensarci, Anna è il personaggio che ha destato in me il maggiore interesse grazie a quelle zone di ombra che l'autore ci regala a piccoli accenni, in grado di aumentare esponenzialmente la nostra naturale curiosità. La narrazione si distende davanti agli occhi del lettore attraverso ritmici accenti rappresentati da proverbiali colpi di scena che costringono a tenere salda la presa su una trama avvincente, armoniosa ed intrigante, senza mai poterla lasciare andare. Non sono ammesse pause o cali di tensione! 

E' proprio lo stile narrativo di Federico Inverni ad obbligare il lettore ad una necessaria frenesia ed automatica voracità, senza respiro. Una lettura che non si rivela mai forzata, ma che sembra quasi condurci, mano nella mano, nel cuore di un vortice di emozioni, sentimenti e paure in continua espansione. Quello che ho particolarmente apprezzato è l'accurata attenzione psicologica riservata dall'autore ai risvolti caratteriale ed emotivi dei personaggi, partendo ovviamente dai suoi protagonisti. 
Caratteristica narrativa che viene messa in risalto da una tecnica stilistica diretta ed efficace in grado di toccare il lettore nei suoi punti più deboli, di liberarlo da ogni certezza per poi ribaltarne sorprendentemente ogni costruita convinzione. 

Ringrazio la casa editrice per la copia cartacea del romanzo

2 commenti

  1. Quanto mi è piaciuto! Ho anche intervistato l'autore che mi ha stupita con risposte davvero interessanti.

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